PARCO DELLA REGGIA DI CASERTA
II Parco della Reggia di Caserta attuale è solo in parte la realizzazione
del progetto di Luigi Vanvitelli; i lavori furono
completati dal figlio Carlo che ridimensionò, per
mancanza di fondi, il disegno paterno.
L’assetto si articola in tre parti.
La prima parte,
subito dietro il Palazzo, è destinata al parterre
(un prato con viali rettilinei) e comprende il
Bosco cd. vecchio (perché preesistente alla
Reggia) nel quale sorge la Castelluccia, edificio
cinquecentesco ricostruito nel 1769 in forma di
fortezza in miniatura presso il quale il giovane
Ferdinando IV si esercitava in finte battaglie.
I
viali arrivano alla Peschiera, lago artificiale
con isolotto al centro, impreziosita da un
tempietto circolare.
La seconda parte del parco, caratterizzata dai
giochi d’acqua sgorganti dalle fontane disposte in
asse con la Reggia, inizia dalla fontana
"Margherita": da due rampe laterali, si ascende al
ponte d'Ercole dove inizia la grande "via
d'acqua". Seguendo il declivio della collina, si
alternano bacini d'acqua, vasche sovrapposte e
ornate di statue; due larghe strade, delimitate da
spalliere di lecci e boschetti di querce, la
fiancheggiano fino al grande bacino, nel quale
dalle falde del Monte Briano precipita
un'imponente cascata d'acqua.
La prima fontana che
s'incontra è quella detta dei "Delfini" perché
l'acqua fuoriesce dalle bocche di tre grossi pesci
scolpiti in pietra.
Segue la fontana di "Eolo",
un'ampia esedra nella quale si aprono numerose
"caverne" che simulano la dimora dei venti,
rappresentati da numerose statue di zefiri, mai
completata. Si incontrano, quindi, sette vasche
degradanti che formano altrettante cascate e la
fontana di "Cerere", simbolo della feracità della
Sicilia, con le statue della dea e dei due fiumi
dell'isola. L'ultima fontana mette in scena la
storia di "Venere e Adone".
Nel bacino sottostante
la cascata del monte Briano, detto “il bagno di
Diana", due importanti gruppi marmorei raffigurano
Atteone nel momento in cui, tramutato in cervo,
sta per essere sbranato dai suoi stessi cani e
Diana, attorniata dalle ninfe, sorpresa mentre
esce dal bagno.
La terza parte è quella del Giardino inglese,
voluto da Maria Carolina. Fu Lord Hamilton che
persuase la regina a competere con la sorella
Maria Antonietta di Francia, che a Versailles
aveva fatto realizzare il Petit Trianon. Fu,
quindi, chiamato il botanico inglese Andrew
Graefer che nel 1782 diede avvio ai lavori nell’
area in prossimità della grande cascata, dove il
terreno digradante verso mezzogiorno si presta ad
estrose composizioni ed alla coltivazione di
specie esotiche. Il giardino offre una serie di
luoghi suggestivi con profondi richiami ai modelli
del tempo: il criptoportico, con le statue
provenienti dagli scavi di Pompei e dalla
collezione Farnese; il piccolo laghetto del bagno
di Venere, con le finte rovine pompeiane; il
casino all'inglese, fabbricato a due piani, con
basamento e pilastri dorici che sostengono un
cornicione ornato da medaglioni, che fu
l'abitazione di Graefer e, infine, l'aperia,
un'area utilizzata come serbatoio d'acqua da
Vanvitelli, poi usata per l'allevamento delle api
ed infine trasformata in serra nel 1826. In
prossimità, le quattro serre nelle quali Graefer
metteva a dimora le piante che ricercava a Capri,
nel Salentino o a Palermo. Vicino si trovano l’
Acquario, destinato alle piante acquatiche, il
Rosaio e la Scuola Botanica.
fonte: beniculturali.it
PARCO DELLA REGGIA DI CASERTA
Informazioni article by:NETWORK PORTALI, Pisa